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La favorita - The Favourite Regista: Yorgos Lanthimos

La favorita - The Favourite

Regista: Yorgos Lanthimos

Cast: Emma Stone, Olivia Colman, Rachel Weisz, Emma Delves, Faye Daveney, Paul Swaine, Jennifer White, LillyRose Stevens, Denise Mack, James Smith, Mark Gatiss, Horatio Willem Dalby, Edward Aczel, Carolyn Saint-Pé, John Locke, Nicholas Hoult, Everal Walsh, Jenny Rainsford, Liam Fleming, Martin Pemberton

Anno: 2018

Provenienza: Irlanda, UK, USA

Autore Recensione: Roberto Matteucci

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“Come procede il regno?”

All'inizio del 1700, l'Europa era sconvolta nell'ennesimo sanguinoso conflitto. Era la guerra di successione spagnola, iniziata nel 1702 e finita nel 1713. Nove anni, nei quali l'Inghilterra fu impegnata in un tremendo e costosissimo conflitto.

All'interno del parlamento inglese c'erano due correnti, una per la continuazione delle ostilità, l'altra per la tregua.

La corrente dei whig erano i favorevoli; i tory erano i contrari:

“... una sistematica giustificazione di una politica estera interventista, che trovò la sua più chiara espressione nelle campagne sul continente di Guglielmo III e di Marlborough. Tali considerazioni tuttavia non sarebbero bastate a indurre molti inglesi ad approvare le enorme spese e lo spreco di risorse di quegli anni ...” (1)

Dal 1702 era regina Anna Stuart: “… una sovrana pia e teologicamente conservatrice ...” (1)

Era un periodo confuso; la guerra, la lotta di potere fra i tory e i whig, le dispute religiose, quelle parlamentari, i disordini popolari, l'instabilità politica, le intensissime battaglie elettorali:

“... il regno di Anna è stato descritto dagli storici come la cornice naturale per il raggiungimento della stabilità politica; ma ai contemporanei sembrò piuttosto che la contropartita di una monarchia dai poteri limitati e della sicurezza economica fosse il caos politico.” (1)

A comandare le truppe inglese nelle battaglie in Francia c'era John Churchill, I duca di Marlborough sposato con la duchessa Sarah.

La regina Anna e la duchessa Sarah erano intimamente amiche. L'amicizia fu disturbata dall'arrivo di una cugina di Sarah: Abigail Hill. Un evento storico dal quale, la fervida mente del regista greco Yorgos Lanthimos, ha edificato una esposizione totalmente al femminile nel film The Favourite – La favorita presentato alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Dalle vicende storiche l'autore estrapola un racconto creativo. Una monarca quasi in clausura nel palazzo reale, malata di una fastidiosa e dolorosa gotta, con repentini e improvvisi scatti di ira e di depressione, con diciassette gravidanze tutte concluse con aborti. Una vita difficile nonostante La sua posizione reale.

La scaltra Sarah è la sua dama preferita, si prende cura di essa con tanto amore e tanto interesse, capace di condizionarla spesso; un rapporto oltre le regole.

Tutto funziona bene, Sarah sa plagiare Anna perfino nelle questioni politiche, spingendola verso alla continuazione dei combattimenti.

La pace finisce con Abigail. Il suo arrivo è il simbolo del film. Si trova all'interno di una carrozza. Un uomo seduto vicino gli tocca il sedere e si masturba libidinoso. Scendendo dalla carrozza cade nel fango delle strade.

La sua famiglia è fallita e ha bisogno di lavorare perciò chiede, dopo un lungo viaggio, aiuto alla zia Sarah. Sarà accolta dalla parente con qualche dubbio.

Fra le due donne, intelligenti astute furbe, inizia una battaglia con tanti colpi bassi per accaparrarsi le simpatie, umane politiche amorose, della regina.

Intorno a esse c'è l'immenso palazzo reale, parte integrante, fondamentale per l'esibizionismo del lusso esagerato, con abbondanza di cibi e con dei servi smaccatamente adulanti.

Tre donne furbe, spietate, machiavelliche, pronte a scatenare risse estreme. Raccontando quei colpi bassi il regista è capace di divertire:

"Questa era una storia che esisteva già, ovviamente. Una storia già interessante di per sé, anche senza l'intervento di qualcun altro. Quello che ho dovuto fare è stato prendere un po' di confidenza con questi tre personaggi femminili forti e reali, perché si tratta di tre persona molto complesse e complicate. È raro avere del materiale di partenza così intrigante.

Per una volta è stato interessante partire da un soggetto non mio, ma ammetto che è stato un percorso lungo nove anni, per cui abbiamo apportato tante modifiche alla storie e al tono del racconto. L'unica certezza era che il fulcro della narrazione dovesse essere il triangolo tra queste tre donne. Se ci pensate, nel film il contesto storico si avverte, ma è secondario, come fosse un'eco lontana. Persino la politica è vista attraverso i loro occhi, come se Anna, Sarah e Abigal fossero i tre filtri necessari per entrare in contatto con il racconto. Non c'era bisogno di tessere una grande tela del contesto socio-politico in cui si muovevano, perché per me era importante far notare come l'umore e l'opinione di pochissime persone potesse influenzare le sorti di milioni di altre. Questo, tra l'altro, è qualcosa che accade ancora. È un tema senza tempo". (2)

Le idee dell'autore sono le tre femmine micidiali e “intriganti” e lo sfondo di una storia vera, reale ma comprimaria. Innanzitutto c'è una cronaca del tempo scrutata con i loro occhi: una società deformata, come il grandangolo usato dal regista in tante scene. Il mondo è nelle mani di limitate persone che giocano con vita della gente per banali capricci personali.

Anna, sarà ricordata come l'ultima sovrana della dinastia Stuart. Il carattere è lussurioso, una sensualità da soddisfare carnalmente: “I like when she puts her tongue in me.”

Una lussuria non solo sessuale ma anche ingordigia accompagnata da ire scatenate inaspettatamente e da una accidia depressiva, profondamente malinconica. Il regista la mostra addirittura un po' scema: “Di che paese parliamo?” ignora tutto dei combattimenti, anche i paesi contendenti, come può sapere le motivazioni? E quando è dubbiosa, paurosa, incerta, messa sotto pressione non riesce a trovare una soluzione, scatenando la sua depressione.

La duchessa Sarah è sposata con un uomo importante, un eroe, il comandante delle truppe in guerra, con molte vittorie in terra francese. A Sarah piacerebbe tenerlo lontano ancora per molto tempo. È il futile motivo dell'appoggio alla continuazione della spedizione, indifferente dei sacrifici di tante persone. Vuole unicamente fuori di casa un marito noioso, deve appagare i suoi piaceri alternativamente. Sarah è superba, ha una tenace autostima e una sicura convinzione di superiorità. La portano a trattare con disprezzo sia la regina, sia la cugina Abigail. Gli sarà fatale proprio una sottovalutazione della nuova rivale.

Abigail è sveglia, smaliziata. Anch'essa ha una ostenta considerazione di se stessa, pregio con il quale scavalca molte posizioni sociali ma contemporaneamente commette alcuni errori letali. È il personaggio più determinato e più cattivo. Non ha pietà per nessuno ed è pronta a sfruttare tutti, grazie a un profondo cinismo e a una ironia spietata. Diventata povera, ha sposato per salvare la famiglia, un vecchio e brutto tedesco con poca esperienza. Gli negava i piaceri sessuali perché: “Lo convinsi che le donne hanno il ciclo ventotto giorni al mese.”

Il regista realizza delle scene emblematiche.

La regina e le dame iniziano una battaglia più ironica che spietata. Il palazzo è la camera chiusa della loro battaglia sfociata in follia. L'autore si rilassa in inquadrature spesso mordaci e cattivamente sarcastiche.

I nobili sono rappresentati nel loro lusso. In scene alternate mostra i domestici. Dormono tutti insieme, fra esse c'è una Abigail ancora senza fortuna. Sono ammucchiate anche nell'uso promiscuo del bagno.

Eppure i domestici appaiono dei statisti rispetto agli stupidi nobili, impegnati in gare fra anatre, con volti deformati dalle parrucche, intenti a coccolare l'anatra Horazio, la superstar, più viziata dei domestici.

In altra inquadrature c'è l'affresco di feste lascive con partecipanti scatenati in trasformazioni, anche fisicamente, in mostri.

La disputa fra esse terminerà con un cambio di ruolo fra le favorite della monarca. Ma la scelta potrebbe essere stata sbagliata. C'è lo insegna un piccolo coniglietto, ossessione affettiva della regina. Abigail schiaccia il povero animaletto pensando di non essere vista, è la sua superbia. E la regina contraccambierà con lo stesso comportamento contro di essa, ordinandogli di stare zitta e aggrappandosi violentemente ai suoi capelli.

In queste scene c'è il tono, il linguaggio, la lettura della storia da parte del regista:

“I think it was apparent from the screenplay itself what the intention and tone of the film was. ... And through their interaction and playing games and fooling around and things, first of all they felt comfortable with each other, but it also was quite telling about what the tone of this film was supposed to be like mostly, because there is also the darker aspect of it. But I guess it’s easy for most of us to peek into that when we need to.” (3)

L'ironia è nei dialoghi, principalmente di una sbarazzina Abigail:

“Siete venuto a sedurmi o a stuprarmi?”

“Io sono un gentleman.”

“Quindi a stuprarmi.”

Invece Anna si mostra nella sua inconsapevolezza, come in lungo primo piano di un ricevimento. L'incoscienza si trasforma in rabbia senza giustificazione durante le danze.

Yorgos Lanthimos usa il grandangolo per deformare e ridicolizzare i tanti personaggi:

"Quella del grandangolo è una scelta istintiva che risponde a un mio gusto personale. Sentivo che fosse la cosa giusta da fare, anche perché è una tecnica che ultimamente sto usando spesso. In questo caso la porto agli estremi perché mi piaceva restituire di una realtà distorta in cui queste tre figure solitarie si muovono dentro ambienti vasti. E a proposto di ambienti, va detto che abbiamo girato dentro location pieni di ambienti fuori contesto storico, per cui abbiamo curato ogni dettaglio, togliendo dal set tutto quello che poteva sembrare anacronistico. Questo ha favorito la creazione di spazi semplici, non troppo pieni e pomposi. Abbiamo voluto concentrarci sui tre personaggi femminili, anche perché ci tenevo a creare un effetto claustrofobico in cui rinchiudere queste donne che sbagliano e desiderano come qualsiasi essere umano". (2)

E il grandangolo funziona bene grazie alle ampie stanze del palazzo reale e a una fotografia che esalta il buio, ricercando la poca luce da fonti esterne.

Il film ha tutto. Una storia, un soggetto brillante, una sceneggiatura viva, un linguaggio caratteristico e animato. Una musica orchestrale e maestosa.

Sarah Churchill esce sconfitta, esiliata nel lusso, dopo la vittoria iniziale

Altri membri del suo successivo albero genealogico subiranno la stessa umiliazione. Diretti eredi di Sarah sono Diana Spencer, morta triste successivamente al matrimonio fiabesco con il principe Carlo.

Prima ancora, a ereditare la furbizia e l'astuzia di Sarah, ci fu il Primo Ministro Winston Churchill vincitore della Seconda Guerra Mondiale e poi scaricato dagli elettori.

(1) Kenneth O. Morgan a cura, Storia dell'Inghilterra da Cesare ai giorni nostri, Bompiani (The Illustrated History of Britain, 1984), Milano, VI edizione “Storia Paperback”, marzo 1998

(2) https://movieplayer.it/articoli/la-favorita-intervista-emma-stone-yorgos-lanthimos-venezia_19452/

(3 ) http://emanuellevy.com/pick-of-the-week/favourite-interview-with-director-yorgos-lanthimos-and-stars-emma-stone-olivia-colman-nicholas-hoult-and-joe-alwyn/