El otro Tom – The Other Tom Regista: Rodrigo Plá, Laura Santullo
El otro Tom – The Other Tom
Regista: Rodrigo Plá, Laura Santullo
Cast: Israel Rodriguez, Julia Chavez, Cristopher Jones, Leah Miller, Jorge Castro, Marina Garbalena, Jaco Rodriguez, Rigo Zamarron, Jeanelle Carden, Sofía Prieto, Samantha Jasso, Alma Brockhoff, Alejandra Dozal, Malicia Dominguez
Provenienza: Messico
Anno 2021
Autore recensione: Roberto Matteucci
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“I am bipolar”. “I am ADHD”.
Quando si parla di un bambino monello e birichino, il riferimento è sempre Tom Sawyer, il poetico personaggio creato da Mark Twain. Tom Sawyer è inquieto, esuberante ma anche vitale e curioso. Disobbedisce alla povera zia Polly, gli ruba la marmellata, non la ascolta mai. La sua furbizia è geniale. Imbroglia gli amici con il famoso racconto della staccionata da dipingere. Convince i compagni a sostituirlo e tinteggiare il recinto al suo posto, addirittura ricevendo in cambio dei regali. La zia lo castiga severamente ma i risultati sono evanescenti. Però è un ragazzo buono e generoso. Accetta di essere punito al posto della sua fidanzatina Becky. Fortunatamente, Tom Sawyer è ambientato nella seconda metà dell'ottocento. Se fosse vissuto ai nostri giorni, la zia, invece di sculacciate e rimproveri, gli averebbe fatto bere una combinazione di Atomoxetina, Clonidina, Guanfacina, Antidepressivi, Ansiolitici. (1) Qual è il migliore metodo educativo: un sonoro scappellotto o la somministrare di un cocktail d'inibitori, antipertensivi e sedativi?
È la follia odierna, determinata da una razionalità priva di umanità, la quale vuole trovare malattie perfino negli abituali gesti dei bambini.
L'assurda invenzione è la ADHD: Disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Distratto dai sogni e dall'immaginazione, un bambino potrebbe avere a scuola un deficit di attenzione. Se invece corre urla gioca, soffre d'iperattività. Quindi la ADHD copre tutta la gamma dell'infanzia nel mondo.
La diagnosi avviene con una metodologia da test a risposte multiple, come in un concorso per lavorare in un ministero:
“Per la diagnosi i medici utilizzano questionari compilati da genitori e insegnanti, oltre che osservazioni del bambino.” (1)
I genitori completano un modulo e il medico conta i sintomi:
“La diagnosi di ADHD si basa sul numero, sulla frequenza e sulla gravità dei segni. I bambini devono presentare 6 o più segni di disattenzione o di iperattività e impulsività (o 6 di ciascun gruppo per diagnosticare l’ADHD di tipo combinato; vedere Segni di ADHD).” (1)
Se il bambino totalizza più di sei punti, il dottore decreta inesorabilmente la malattia. Nella fase successiva ordina la cura con delle medicine potentissime, con effetti collaterali elevati ma soprattutto inutili.
I ragazzini devono essere vivaci, spiritosi, capricciosi. Non sono malati, non hanno bisogno di prendere medicine, devono unicamente sfogare la loro energia e la loro originalità. Devono crescere con l'aiuto dei genitori, senza abbandonarli passivamente di fronte la tv e all'iPad. Non bisogna riempirli di farmaci antidepressivi.
Una critica di questo dissennato trattamento è narrato dai registi Rodrigo Plá e Laura Santullo nel film El otro Tom – The Other Tom presentato alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Schermo nero, voci. In un ascensore c'è un bambino di nove anni, Tom, ed Elena, la madre. Elena è una magazziniera, è incazzata con il mondo. E ha buone ragioni. Julian, il padre di Tom, l'ha lasciata con il figlio, in condizioni finanziarie modeste e in una casa di legno. Elena si sfoga, nonostante la presenza di Tom, portando nella sua stanza degli uomini per incontri di sesso casuali. Certo, Tom è un bambino con dei problemi dovuti dalla situazione familiare. È giustamente un rompicoglioni, si muove in continuazione, ha uno scadente profitto a scuola, fa impazzire la madre e gli insegnanti. Gli assistenti sociali l'obbligano di portarlo da uno specialista, il quale, con facilità e in assenza di reale motivazione, diagnostica l'ADHD. Per il dottore, il rimedio è semplice, riempirlo di medicine fortissime con evidenti gravi effetti collaterali. Quando la terapia non ha successo, gli aumentano la dose dei farmaci. Tom è solo allegro, forse necessità di vigilanza, di presenza, di una famiglia normale. Nessuno, né i medici, né gli assistenti, sono preoccupati dei motivi della sua irrequietezza, sono capaci esclusivamente di chiedere: “did you take the pill?”
L'argomento principale è d'attualità: l'utilizzo di medicine per curare malattie d'incerta gravità come quelle psicologiche. È la polemica sull'uso dei vaccini.
Ma c'è un altro tema essenziale quello della libertà delle persone: a chi spetta l'educazione dei figli? Chi stabilisce come devono essere istruiti e quali principi devono seguire? Lo stato, le istituzioni, la scuola devono prevalere sulle famiglie violando la carta dei diritti dell'uomo?
Un altro soggetto è la difficoltà nell'essere genitori, perché c'è un malessere del bambino ma pure della madre e del padre.
Anche Rodrigo Plá ha avuto un'esperienza personale simile:
“... I am a father with with two sons now they grow up but they were quiet, well they were quite special and very they used to move a lot and you know so the people started yeah from the school they started to talk about them and to ask you questions about them so we realized they were trying in a way to I don't know to give him an option of medicating them and then we start to research a lot and we realize that there are around five to ten percent of kids who have been medicaid psychiatric medications and it doesn't seem right yeah it doesn't seem right especially because they way they does the diagnosis quite superficial in my point of view i mean they diagnose taking the behavior the observation of the behavior of the kids without thinking about the context the problems they have you know it's mostly like does he often moves too much that he can't finish his task questions like that you know it's a complex thing i mean i think it also entails education i think it's implied ...” (2)
I suoi figli sono “quite special” e come i loro coetanei “they used to move a lot”. I docenti dovrebbe proteggere gli alunni, bensì, per pigrizia, per evitare grattacapi nel lavoro, perché hanno una preparazione scadente, raggiungono una unica soluzione: “ … from the school they started to talk about them and to ask you questions about them so we realized they were trying in a way to I don't know to give him an option of medicating them ...”. La scuola zittisce chi respinge l'indottrinamento, pertanto i ribelli devono essere ridotti ai minimi termini attraverso dei medicinali pericolosi. Gli autori hanno una competenza culturale, un livello intellettivo ottimo perciò respingono le incerte prescrizione mediche e le loro vacue richieste mediche. Essi suggeriscono un dubbio: si deve accettare senza discussione le affermazioni dei medici, vale a dire della scienza, o si possono avere delle esitazioni, dell'idee contrarie?
I registi non vogliono disintegrare lo spirito scientifico:
“In realtà la produzione del film è iniziata molti anni prima della pandemia e, nonostante tratti l’eccessivo uso della cura psichiatrica nei bambini, non rappresenta assolutamente un tentativo di minare la credibilità della scienza.” (3)
Il valore della scienza è innegabile, ha migliorato l'esistenza umana ma, a differenza di Dio, non è infallibile. La scienza a volte sbaglia, ha commesso tantissimi errori, previsioni totalmente sballate.
La seconda tematica è stabilire a chi compete la formazione dei figli.
“It was quite interesting to try to approach from this side to the story, and it was like making a new environment. It’s research. It’s learning about all the places. We wanted to make this a story in the United States because there is this thin line between where the state can go into a family business and matters, and [ask ourselves] when is too much and where are the limits between the private and the public when you have a strong state? When does the state have to intervene or not? It all depends and it’s difficult to say and also, who is evaluated?” (4)
Gli autori ambientano la pellicola negli Stati Uniti, dove la presenza dello stato è vista con diffidenza. È sufficiente osservare le battaglie fra i genitori e gli insegnanti nelle scuole americane sulle priorità della didattica. Ma la domanda principale è “When does the state have to intervene or not?”
Il bambino Tom ha il nome del protagonista realizzato da Mark Twain; non è un caso:
“… we decided to [name] the character Tom was because we had a scene, [with] the theater piece with Tom Sawyer because we liked the idea that she said, “If Tom Sawyer would exist in our days, he will be medicated.”(4)
Tom ha capelli lunghissimi, un carattere divertente e inarrestabile, mai violento. Ovviamente la madre, anche perché sola, è diventata pazza a seguire le sue mille avventure. Controllarlo è complicato. Disperata acconsente di propinargli delle medicine, le quali però lo rimbambiscono, e soprattutto fino a tentare il suicidio.
Tom è disinteressato ai giochi noiosi, ha scatti d'ira. Altresì ha momenti pacifici e affettuosi come i giochi con la mamma.
L'altro protagonista è Elena, la madre, giovane e abbandonata. Probabilmente, Tom era indesiderato e concepito per una distrazione anticoncezionale. Essa ha delle problematiche interiori, un disagio insopportabile, è prigioniera della sua esistenza. Elena non è superficiale, non è debole e ama profondamente Tom. Quando si è accorge degli effetti collaterali dei medicinali si ribella, affronta le minacce degli assistenti sociali e della scuola di togliergli l'affidamento.
“... she had the son when she was very young so she has a lot of life yeah in front of her and in a way she's frustrated of having the son yes she loves him but it's complicated relathionship and she makes mistakes and the boy also you know and it's as imperfect as human beings you know yeah so it's a real relationship it's real reason it's not an idealized relationship we try to do that obviously ...” (2)
Secondo gli autori, anche se imperfetta, la madre e Tom sono una famiglia. Soltanto Elena deve decidere l'educazione del figlio.
Julian è un personaggio laterale. Troppo giovane, troppo immaturo per essere un padre. Si è trasferito in Messico, ha una compagna. Julian discute con Elena con una tavola di skateboard, simbolo del suo infantilismo. Julian sembra prendere coscienza della sua paternità, infatti, accoglie la ex moglie e il figlio nella sua casa in Messico, prendendo seriamente il suo compito.
Rodrigo Plá e Laura Santullo si concentrano su singole inquadrature simboliche per mostrare come Tom sia solo un ragazzino povero di affetto.
Da una parte Tom sta giocando sconsideratamente con una bilancia, dall'altra la madre parla con la dottoressa dei suoi guai. Ovvero i disegni confusionali di Tom mentre, fuori campo, gli altri bambini scherzano e si divertono.
La figura degli assistenti sociali è sprezzante perché dovrebbero aiutare invece sono incapaci. Addirittura gli autori in una sequenza li rappresentano come dei poliziotti. Arrivati nella casa di legno di Elena, gli assistenti perquisiscono l'abitazione come se fosse una delinquente.
Queste scelte implicano una identificazione con la madre. Elena si porta sulle spalle le avversità, i dolori di una vita disagevole.
La struttura implica una semplice ma chiara presentazione dei caratteri. L'apparizione di un conflitto dannoso: le medicine per Tom. La terza fase è la consapevolezza della madre sui pericoli per Tom. Ultima stadio è il viaggio di Elena con il figlio in Messico, così può allontanare le minacce: Tom è in piscina e si sta divertendo. Forse negli Stati Uniti lo stato sta iniziando a minacciando la salute e la libertà delle famiglie? Meglio il Messico?
Il film ha un buon ritmo, con tensioni sulle reazioni di Tom, sulle caratteristiche dei personaggi, consentendo la comprensione di un malessere sociale irrisolvibile.
Regista: Lorenzo Vigas
Cast: Elián Gonzalez, Hatzín Navarrete, Hernán Mendoza, Cristina Zulueta
Provenienza: Messico, USA
Anno 2021